Chi c’é dietro lo studio di quell’outfit ribelle e di controtendenza che portò Madonna al top, che diede vita ad una corrente di stile a lei ispirata e chiamata “wannabes” e che fece fare il giro del mondo allo scatto di Steven Maisel per la copertina dell’album Like a Virgin?
Per chi ama la moda, la segue con passione e religiosa dedizione è di estrema importanza avere una biblioteca a riguardo di tutto rispetto, dove una sfilza di volumi, vecchi e nuovi, raccontano la storia della nostra società e del viaggio che ha fatto l’estetica in tanti secoli di costume, attraverso icone e personaggi che hanno segnato le tappe importanti di questa evoluzione vestimentaria.
In questo mese, edito da Damiani Editore, viene presentato un libro che sarà un imperdibile cimelio della moda per tutti i cultori delle stravaganze e della libertà stilistica dei famosi anni degli anni ’80, resi celebri da grandi personalità che sono state capaci di influenzare in maniera esponenziale gli usi e i costumi di intere generazioni, come Madonna, la reginetta del Pop, vestita di tulle, perle, pizzi e crocifissi che ancora oggi rappresenta un ideale iconico della cultura pop mondiale.
Ma chi c’é dietro lo studio di quell’outfit ribelle e di controtendenza che portò Madonna al top, che diede vita ad una corrente di stile a lei ispirata e chiamata “wannabes” e che fece fare il giro del mondo allo scatto di Steven Maisel per la copertina dell’album Like a Virgin? Ce lo racconta “Little Red riding Hood” (cappuccetto rosso), che con le sue 248 pagine, 300 illustrazioni storiche, bozzetti, cimeli di stile e collaborazioni preziose porta alla luce uno dei personaggi di spicco della scena fashionista dei primi anni ’80 a tutt’oggi: Maripol.
Diplomatasi all’Ecole des Beaux Arts di Parigi e trasferitasi a New York, Maripol si mise subito in mostra grazie alla sua straordinara creatività che si esprimeva attraverso la creazione di abiti-scultura e gioielli ricavati da materiale di scarto industriale, che le garantirono l’ingresso nella “comunità artistica” della nuova New York, quella che gravitava intorno allo Studio54 e alle icone dell’anticonformismo come Andy Warhol e Jean Michel Basquiat, che lei stessa riuscì ad influenzare con la sua visione avanguardista diventandone la protégée.
Tuttò ciò portò Maripol alla direzione artistica del Fiorucci Fashion Store sulla 59th strada e poco dopo alla direzione creativa del marchio che in quegli anni rappresentava il simbolo della modernità metropolitana.
Alla direzione della Fiorucci, questa fantasiosa stylist, creò quel concetto di stile capace di uniformare, nella diversità, qualsiasi persona di sesso e classe sociale diversa, dando il via ad un trend mondiale che ancora oggi possiamo vedere camminando per le strade di qualsiasi città.
Questo costante bisogno di essere fuori dagli schemi, fece di lei la donna che “distrusse la moda“, o almeno questo fu quello che il giornalista Enzo Biagi disse dell’opera del brand italiano e indirettamente di lei, ignorando probabilmente che Maripol avrebbe fatto storia e che oggi saremmo stati ancora qui a celebrarla come una mente illuminata del fashion-system.
Questo libro, quindi, non solo racconta da vicino un pezzo della nostra storia, ma anche la sua vita artistica attraverso le numerose collaborazioni nel mondo della moda, della musica e dell’arte, da sempre realtà indissolubili tra loro che si influenzano e sostengono reciprocamente, e che Maripol ha documentato assiduamente con la sua polaroid anno dopo anno.
Il fermento artistico e l’humus creativo di cui è stata protagonista questa donna, da modo a questo volume di farci rivivere un periodo fertile e libero d’espressione attraverso un viaggio di immagini e fotografie (nelle quali sono immortalati icone sacre come Cher, Grace Jones, Deborah Harry, Francesco Clemente, Keith Haring, Elton John e molte altre), di schizzi, bozzetti, ritagli di vita, quaderni di appunti ma soprattutto una serie di testi autobiografici e una conversazione fra l’artista francese e Marc Jacobs, attuale direttore creativo della maison Louis Vuitton.
Nel mondo della moda non è cosa nuova assistere a costanti nascite, declini e recicli di personaggi e iconografie che si susseguono di lustro in lustro, ma in questo grande meltingpot creativo sono davvero poche le personalità che hanno dato così tanto e di cui tutt’ora sentiamo il contributo.
Maripol è senza dubbio una di queste, motivo per cui Little Red riding Hood non potrà mancare nella nostra collezione.