Gianni Versace di cui oggi, purtroppo, dobbiamo celebrare il ventennale lo voglio ricordare così.
Gianni Versace di cui oggi, purtroppo, dobbiamo celebrare il ventennale dalla tragica scomparsa ha avuto molte anime tutti lo stanno ricordando per le supermodel, per essere il simbolo dell’opulenza estetica degli anni ’90 – contrapposta al minimalismo che caratterizzava quella decade -, ma è riduttivo quindi io lo voglio ricordare così con un ricordo che lo lega alla mia icona Madonna.
A febbraio del 1995 Madonna presentò live ai Brit awards “Bedtime stories”, terzo singolo dell’omonimo album e unica collaborazione con Bjork, e lo fa indossando un lungo abito bianco di VERSACE e in quello stesso anno fu testimonial per due cataloghi, ormai oggetto di culto, della Maison, collaborazione che consacrò Madonna e Gianni Versace nel regno delle divinità Fashion Pop.
Quei cataloghi portavano la firma di Steven Meisel, già autore del libro “Sex” di Madonna, e di un fotografo emergente, Mario Testino, voluto – come racconterà lui anni dopo nella conferenza stampa della sua mostra romana in cui ero presente – proprio da Madonna e che dopo quel lavoro divenne Testino, senza bisogno di presentazioni, come tutti i suoi illustri colleghi.
Nei due Cataloghi c’è la doppia anima della Maison e di Madonna stessa.
Quello firmato Meisel è molto erotico, parla di una donna Pin Up, madre severa e ricca, Diva Hollywoodiana quasi da telefoni bianchi piena di contraddizioni, quello di Testino ci mostra una Ma-Donna più dolce.
Gianni Versace era rock e pop, ma soprattutto un vulcano di creatività e quello ci manca!