Guardando “Armani in prima serata” ho rivisto una vecchia intervista del 1984 e mi ricordo, allora bambino, che mi fece innamorare di quell’uomo, del suo modo di parlare e del mondo che raccontava.
Sabato 26 settembre durante la puntata di “Otto e Mezzo di sabato” Paolo Mieli, ospite di Lilli Gruber, nella puntata che anticipava la sfilata di Giorgio Armani Spring Summer 21, data in esclusiva da La7, ha dichiarato: ” Vorrei che Milano ripartisse con Armani”.
Per Paolo Mieli il nome Armani porta con se, attraverso la stima profonda che il pubblico gli ha sempre concesso, la sua eleganza, la capacità di azione, il simbolo della rinascita della città, che nel peggior momento della crisi covid19 ha subito attacchi e offese, sia economicamente sia come immagine pubblica.
Guardando “Armani in prima serata” ho rivisto una vecchia intervista del 1984 e mi ricordo, allora bambino, che mi fece innamorare di quell’uomo, del suo modo di parlare e del mondo che raccontava.
Armani da oltre 40 anni è l’Italia nel mondo. Insieme a quei colleghi che hanno dato vita al Made in Italy, al sistema moda che conosciamo, nato per l’intuizione e la volontà di Beppe Modenese, e che ha reso Milano la Capitale di quel mondo creativo ed economico.
Armani come sinonimo di eleganza sussurrata, mai ostentata, di abiti pieni di Jais, perline, paillettes che segnano il corpo con giochi di luce. Armani che ridisegna il corpo delle donne… ok questa è la lezioncina che tutti conosciamo sulla giacca destrutturata, su “American Gigolò”, sul Greige quel colore che lo caratterizza…
… Armani è stato è e sarà sempre molto di più di questo. È stato un comunicatore, un innovatore, ha adattato i tempi alla sua moda e non la sua moda ai tempi.
Quello che cambia non è lo stile non è il fine ma il mezzo, in questo caso i materiali, per ottenerlo. L’obiettivo era, è, e sarà sempre uno rendere la sua donna e il suo uomo protagonisti, dargli un capo che esalti la loro personalità senza schiacciarla o condizionarla.
Armani ha sempre parlato di contaminazioni di culture, ha sempre avuto uno sguardo oltre, ha sempre saputo portare sulle sue passerelle dei tocchi etnici di tutte le culture che formano il mondo.
Armani è quella certezza rassicurante che, soprattuto in un momento di crisi e di smarrimento, lo rimette sempre al centro della scena.
La linea Armani Privè segna il suo debutto nell’Alta Moda ed ecco che lo stile non cambia.
L’obiettivo è sempre quello di rendere la donna protagonista, ma essendo la cliente privilegiata dell’Alta Moda, può giocare con capi più ricercati e preziosi nei materiali e nei volumi.
La collezione presentata è la conferma di tutto questo. Le sue forme, i suoi colori, i suoi accessori. Il giorno, la sera, il lavoro, il tempo libero, uomini e donne insieme. Mancava solo il suo pubblico, ma per una volta l’evento era per tutti.
Se lo hanno sempre chiamato Re Giorgio un motivo ci sarà.